l'avanzo è servito

Dialogo a più voci sul complesso tema dello spreco.

A partire dagli elaborati multimediali di ragazzi di una terza media, si è parlato di come oggetti quali cibo, abiti o nuove tecnologie possano finire per non rispondere solamente al soddisfacimento di bisogni primari quali fame, freddo o ampliamento delle possibilità di comunicazione, ma possano divenire veri e propri oggetti di consumo attraverso cui si soddisfano bisogni di altro ordine.

Si utilizza il cibo non solo per placare la fame, ma anche per anestetizzare emozioni, per riempire vuoti affettivi, per non sentire qualcosa che non riusciamo a gestire altrimenti.

Apriamo i nostri armadi al grido di: “Non ho niente da mettermi!” mentre ogni scaffale trabocca di oggetti.

Rimaniamo incollati agli schermi dei nostri devices tecnologici ben oltre l’effettiva necessità di utilizzo, finendo per sprecare tempo, buttare energie e risorse che potrebbero essere canalizzate ed utilizzate in modi più costruttivi.

Questo accumulare oggetti e negare emozioni negative a tutti i costi alimenta l’illusione che ciò che si ha realizza l’ideale di ciò che vorremmo essere. Ma questo meccanismo conduce invece a sperimentare sempre più insoddisfazione e senso di incompiutezza, andando a sprecare e a non valorizzare risorse interne ben più solide e importanti.

 

Locandina dell’evento

 

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L’avanzo è servito